30 Aprile

Oggi abbiamo trascorso la metà del tempo a chiederci dove eravamo e l'altra metà a dire "Miii, che bello!".

Visto che più voci diverse avevano confermato l'esistenza di una bella trazzera utilizzata per la transumanza del bestiame, siamo partiti con il progetto di arrivare da Floresta a Messina.

Pensavamo di chiedere informazioni sulla via da percorrere a Floresta e ci tenevamo come soluzione di scorta la possibilità di andare al mare nel caso in cui nessuno ci avesse dato indicazioni utili

Così partiamo alla volta di Maniace per la stradina di ieri con l'idea di recuperare dalla parte opposta la sterrata che sempre ieri ci era stata negata dai cancelli della forestale. Il sopraffino senso dell'orientamento di Nonno Peppe e la sua incredibile capacità di lettura della cartina portavano infallibilmente alla meta attraverso una strada che partendo da una masseria alla periferia di Maniace costeggiava il corso del fiume, una sorta di stabilimento balneare per il bestiame, per poi inerpicarsi su un'erta-sentiero appena visibile che sbucava sulla cresta della montagna per poi ridiscendere verso una masseria, punto di collegamento con il percorso per Floresta fatto ieri. Più facile a dirsi che a farsi.
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Per farla breve, reimbocchiamo a ritroso la strada di ieri, e poco prima di arrivare a Floresta viriamo a Sud per una stradella promettente. Nel giro di pochi Km ci ritroviamo su di un prato lungo un fiumicello. Clicca per l'immagine grande. Clicca per l'immagine grande.
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Ci infognamo sempre più, seguendo il corso del torrentello, finché non andiamo a finire nell'ampia radura in cui sbocca nell'Alcantara.
Qui troviamo una specie di autostrada con un ponte che imbocchiamo immediatamente.

 

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  Seguiamo il corso dell'Alcantara che, scorrendo in un bosco (o sono gli alberi che sono nati nel letto del fiume?), ci riserva posti veramente incantevoli.
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Clicca per l'immagine grande. Clicca per l'immagine grande. Ad un bivio deviamo sulla destra verso il monte Colla, che scaliamo percorrendo una spirale. La strada attraversa un bosco deserto e all'improvviso finisce nel nulla, costringendoci a ridiscendere dritto per dritto approfittando di una strada di servizio del Metanodotto (a 1.600m!?, Mha!).
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Ritornati indietro, proseguiamo sulla strada originale che si alza sul versante opposto dominando il corso dell'Alcantara. Dopo essere passati attraverso un'area di accoglienza per i picnic, forse si chiamava Santa Maria o qualche cosa del genere, e dopo esserci ritrovati all'interno di un cancello chiuso della forestale (fortunatamente si riusciva a passare per l'accesso pedonale), arriviamo finalmente a Randazzo.
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Un altro contributo alla conoscenza della flora sicula

Attraversiamo velocemente il paese per raggiungere una stradella sul versante opposto su cui avevamo visto i riflessi del sole sul parabrezza di qualche macchina. Saliamo, saliamo, saliamo e senza sapere come mai e perché ci ritroviamo di nuovo sul monte Colla, lo circumnavighiamo e ci buttiamo per una bella strada in discesa che ci conduce all'ennesimo cancello della forestale, anche questa volta ovviamente dal lato sbagliato. Siamo prigionieri!, ma scopriamo che altri, rimasti prigionieri prima di noi, hanno provveduto a creare un varco all'interno del quale ci infiliamo anche noi. Siamo Liberi!
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Cavalli al galoppo sul monte Colla
Clicca per l'immagine grande. Clicca per l'immagine grande. Di qui a casa per strade ormai conosciute, ma con negli occhi e nel cuore una delle giornate più belle di questo viaggio in Sicilia